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di Francesco Rotunno (4^F) |
Vorrei iniziare con il parlarvi di Giotto, un bambino che faceva il pastorello e sorvegliava il gregge di suo padre. Però, aveva un sogno che avrebbe voluto tanto realizzare: essere un pittore. Infatti ogni volta che portava al pascolo il gregge, disegnava sulla roccia con dei pezzettini di gesso colorato e qualche pezzo di carbonella. Messer Bondone, suo padre, lo aspettava sempre ogni sera per contare le pecore. Un giorno Giotto ne perse una. “Il babbo si arrabbierà, perché non ho cercato l’agnellino”. Giotto cominciò a radunare le pecore e ne dipinse una sulla roccia, poi sentì dei passi sul sentiero e la voce di suo padre che lo chiamava. Ma per la paura di essere sgridato si nascose, sentì un’altra voce, era suo padre che esclama: “L’agnellino smarrito da mio figlio è qui, e sembra riconoscere sua madre nel vostro dipinto sulla roccia”. Cimabue che si trovava lì gli disse: “Non sono stato io a fare questo dipinto, ma riconosco i colori che ho dato ieri a un pastorello. Se è vostro figlio, vorrei parlarvi di lui. Vorrei che lui venisse a studiare pittura nella mia bottega a Firenze. Nella bottega Giotto imparò subito i segreti del mestiere superando tutti i suoi compagni più grandi. Dopo la lettura del libro “Un bambino di nome Giotto” noi bambini della 4^F, 4^E, 4^C, 4^D su un panello abbiamo riprodotto gli affreschi fatti da Giotto nella Capella degli Scrovegni che si trova a Padova che sono: l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi, la Fuga in Egitto, la Natività, che oggi si possono vedere nell’ atrio della nostra scuola. Abbiamo anche inventato una storia intitolata “UN LUNGO VIAGGIO”. Venivano dall’oriente per seguire la stella cometa, erano tre re magi e si chiamavano Melchiorre, Gaspare e Baldassarre, viaggiavano già da una settimana nel deserto sulle gobbe dei loro cammelli e si sentivano stanchi. Baldassarre disse: ”Quanto dura questo viaggio? Mi fa male il sedere a stare sul cammello!” Il cammello che si sentiva schiacciato e arrabbiato rispose: ”Stanco tu? Stanco io che ti porto sulla gobba! Mi fanno anche male gli zoccoli. Mangia di meno piuttosto che pesi tanto!” Nel baccano non capivano più dove stavano andando. Melchiorre intervenne: ”Smettetela di litigare! Baldassarre pensa a dove potrebbe portarci la stella cometa!”. Gaspare si accorse che stavano arrivando a Betlemme perché si cominciavano a vedere le luci della città. Baldassarre disse: ”Speriamo di trovare un albergo, sono sfinito ed ho tanta fame.” Il cammello pensò: “Pensa solo a mangiare”. Ad un certo punto si accorsero che la stella cometa li stava guidando verso un posto sperduto della città. Gaspare chiese alla stella: ”Ma dove ci stai portando?” La stella rispose: ”È una sorpresa!”. Dopo un po’ la stella si fermò su una capanna e disse: “Ecco siete arrivati a destinazione”. Nella capanna videro un bambino appena nato con i suoi genitori. I re magi erano meravigliati e si sentivano rifioriti in una nuova vita piena di felicità, in completa armonia vedendo questa mamma abbracciare il suo bambino. Intanto l’angelo era sceso dal cielo, Gaspare si voltò e disse: ”Che paura! Ma che scherzi sono questi?!” L’angelo rispose: “Scusa non volevo spaventarti, ma mi facevano male le ali a furia di volare”. San Giuseppe che osservava la scena chiese: “Ma voi chi siete?” “Siamo i tre re magi” . Il bambino era molto carino. Melchiorre decise di accarezzarlo e tutti capirono che era un bambino molto speciale. I re magi posarono le loro corone a terra e si inchinarono davanti a Gesù.Tutti dimenticarono i loro impegni perché erano incantati dal Bambinello. Alla fine fecero una piccola festa per la nascita di Gesù bambino. |